Monica Rossi: Progetti solo per Rom creano ghetto e guerra tra poveri

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“Manca un sistema di monitoraggio dell’efficacia degli interventi realizzati con i fondi europei per l’inclusione dei Rom”, ha evidenziato l’antropologa sociale, esperta internazionale di Rom, Monica Rossi, intervenuta al corso “Media e Rom: Quale informazione corretta”organizzato dall’Associazione Stampa Romana l’11 e 12 giugno all’Università Lumsa di Roma.  Nel 2010 tutti gli Stati membri hanno firmato una strategia per l’inclusione dei Rom e nel 2012 anche l’Italia ha prodotto la sua strategia nazionale da implementare con i fondi strutturali. “Nel periodo di programmazione precedente – ha evidenziato Rossi – non c’è stato mai un sistema monitoraggio basato sull’impatto”. “Ci si è sempre concentrati sulla formazione, usando come unico indicatore di successo il numero di partecipanti ai corsi, non le opportunità di reddito che sono seguite”.

“Gli interventi esclusivi sulla comunità Rom sono negativi perché non la responsabilizzano e lei resta chiusa”, ha detto l’antropologa sottolineando come il sistema economico delle famiglie Rom povere, sia un fattore che provoca l’esclusione dal resto della società: “Gli uomini si concentrano sulla raccolta del ferro, non incontrando mai, nello svolgimento di questa attività, gli italiani”. “Solo le donne Rom si mischiano un po’ chiedendo l’elemosina”. Si tratta “dell’”iper-ghetto”, dove la segregazione è imposta e auto imposta”.

“Differenziare gli interventi di inclusione sociale”, creando progetti e spazi solo per Rom, per Rossi non tiene conto che “sono diversissime le condizioni dei Rom, alcuni ricchi e altri poverissimi”. Inoltre, in un momento di crisi anche per gli italiani, “crea una guerra tra poveri”.